Progetto La Scuola fa la differenza… sempre!

“L’uguaglianza di genere deve essere una realtà vissuta”

Michelle Bachelet

Il progetto La scuola fa la differenza è attivo dal 2023 e ha l’obiettivo di prevenire comportamenti di prevaricazione e violenza di genere, attraverso la focalizzazione e lo scardinamento degli stereotipi culturali e delle forme di violenza di genere – a partire da quella maschile contro le donne – nonché proporre una rilettura della questione di genere come valorizzazione del concetto di differenza, in un’ottica di opportunità e risorsa.

La scuola fa la differenza intende lavorare con minori dai 3 ai 18 anni e con i loro adulti di riferimento. Nello specifico l’intervento si compone di due parti.

1. Un intervento di sistema che coinvolga tutti i gradi di scuola dal nido alla scuola secondaria di primo grado, con una proposta per i minori a partire dalla scuola dell’infanzia e per gli adulti di riferimento: genitori, educatori ed educatrici, insegnanti – coinvolgendo anche il nido.
2. Scuole secondarie di secondo grado: con un lavoro su base provinciale, 5 scuole superiori scelte differenziando luoghi (contesti cittadini e scuole di provincia) e tipologie di scuola (Licei, istituti tecnici, scuole professionali).

Il progetto è finanziato dal Fondo Girasole, un fondo filantropico nato per volontà di una donatrice anonima, costituito e gestito da Fondo Filantropico Italiano ETS. L’iniziativa prevede due anni di lavoro con ogni gruppo classe: il primo anno si affrontano i temi legati agli stereotipi e ruolo di genere; il secondo anno vengono integrati con un lavoro sul consenso, sulle dinamiche relazionali e, alla secondaria di secondo grado, sul tema della violenza.

Parole chiave

Prevenzione: ad oggi nelle politiche pubbliche manca l’idea che per intervenire in modo efficace sul fenomeno della prevenzione alla violenza di genere si debba investire in prevenzione. La narrazione pubblica e le stesse politiche spesso affrontano la questione della violenza di genere in una logica securitaria, di protezione delle vittime. Raramente riescono a fare un passo in più, ossia pianificare e realizzare su larga scala piani di prevenzione per evitare che il numero delle vittime continui a salire.
Cultura: il contesto in cui operiamo è povero di pensiero di investimento sul futuro. Pensare al futuro significa investire nel presente affinché le nuove generazioni apprendano una cultura di genere che rispetti le persone, di qualsiasi genere esse siano, introducendo fin dalla tenera età comportamenti, atteggiamenti, esempi che favoriscano un pensiero non violento nella relazione tra i generi in una logica di parità e mutuo supporto.

Target di riferimento

Il contesto scolastico è sicuramente un ambiente adatto per intervenire in termini preventivi sulla violenza di genere, perché rappresenta uno spaccato di normalità e quotidianità che pochi altri luoghi hanno: estrazioni sociali diverse, differenti provenienze culturali – in questo senso è possibile raggiungere una quota di popolazione generale senza alcun filtro di categorie sociali.

Gli interventi si svolgono a partire dalla scuola dell’infanzia fino ad arrivare agli istituti superiori.

Minore è l’età delle persone destinatarie, minore è la sedimentazione degli stereotipi di genere, maggiore è la disponibilità a mettere in gioco la propria immaginazione, creatività, spontaneità: intercettare in fase precoce la formazione del pensiero critico incide positivamente sulla possibilità di incidere in modo positivo sulle rappresentazioni e i comportamenti.

Tra l’ultimo anno della scuola primaria e il passaggio verso la scuola secondaria di primo grado si colloca il momento in cui maggiormente ragazzi e ragazze sono influenzati dalla cultura “patriarcale” e tendono a uniformarsi a codici di comportamento stereotipati per ottenere un maggiore e più semplice riconoscimento sociale: introdurre la possibilità di una riflessione critica verso la cultura dominante aiuta ragazzi e ragazze a prendere le distanze dall’immaginario collettivo che li vuole “adeguati” nella categorizzazione stereotipata dei generi.

L’adolescenza è una fase in cui la pressione del gruppo di pari e il suo potere di influenzamento raggiunge la massima espressione; in questa fase l’opinione del gruppo dei pari è quella più rilevante nell’orientare i comportamenti: fornire competenze ai pari sulle relazioni dispari, “tossiche”, il consenso, la libertà di espressione, di provare e comunicare le proprie emozioni permette di costruire con loro opportunità concrete e alternative di differenziazione dalla cultura di violenza e prevaricazione in cui stanno crescendo. La capacità dei pari di portare la propria esperienza e competenze all’interno delle classi potenzia il messaggio di prevenzione e favorisce l’attivazione verso altri dei gruppi di appartenenza.

Adulti e comunità

Gli adulti che gravitano attorno al mondo della scuola percepiscono solo in parte il proprio condizionamento dalla cultura degli stereotipi e della violenza nelle relazioni. Se opportunamente stimolati cercano di attivare strategie alternative nell’approccio con bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Anche gli adulti di riferimento hanno la necessità di essere accompagnati in un percorso di consapevolezza che permetta loro di rappresentarsi in modo concreto delle pratiche di lavoro orientate alla parità di genere, contro la prevaricazione tra i generi di cui talvolta sono inconsapevolmente portatori.

Dove realizziamo gli interventi

gallery dei lavori

Grazie a

Per maggiori informazioni: sede.varese@cooplotta.org

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